Cercatori di storie
Ormai si sa: la caccia è iniziata. Nei mesi che hanno preceduto le nuove restrizioni sul nostro territorio, è stato possibile vivere esperienze degne di essere raccontate. Tra queste, quella di Angela Chiesa che ha approfittato della “Caccia al pilone” lanciata dal nostro oratorio per soddisfare la sua curiosità. Ecco la testimonianza:
“Nei pressi dei Tetti Mauritti si trovano tre piloni. Da sempre avrei avuto la curiosità di conoscere la loro storia ma chiedendo ai residenti nessuno ha saputo darmi risposte soddisfacenti. Tramite conoscenze, con Maddalena Alloatti, ci siamo rivolte a una persona nata a Tetti Mauritti nel 1927 e qui vissuta fino al matrimonio (1950), Margherita Griva, ora residente a Carignano.
Abbiamo fissato con lei un incontro nei pressi dei piloni e abbiamo scoperto le loro storie…
Il pilone in via Tetti Mauritti era stato eretto in ringraziamento e perenne offerta, nel 1952, dalla famiglia Montaldo Giuseppe a seguito alla messa in salvo di una bambina di nome Paola Chicco, caduta nel vicino fiumiciattolo (bialera). Questa bimba, divenuta poi maestra delle elementari per parecchi anni a Villastellone, alla nascita era stata affidata in balia dai suoi genitori alla famiglia Montaldo. In seguito tornata a casa, si recava spesso in visita da loro e fu proprio in una di queste occasioni che avvenne la caduta in acqua. Con il tempo in questo pilone fu riposta una statua della Madonna e vi fu apposta la scritta (tuttora si legge):
“O passegger che passi da questa via soffermati a salutar Maria.”
Il pilone situato lungo la strada che porta alla “Cascinetta” è dedicato al Sacro Cuore di Gesù e fu fatto erigere dalla famiglia Lisa, nel 1946/47, in ringraziamento del fatto che i loro tre figli fossero tornati sani e salvi dalla guerra.
Di questo terzo pilone, situato lungo la strada che porta a Tetti Pagliero, Margherita ricorda di averlo sempre visto fin da piccola, che le veniva raccontato che era stato costruito dalla famiglia Bosco (non ricorda in quale occasione) e che dentro vi era custodita una statua della Madonna di Lourdes. E soprattutto ricorda che ogni persona che vi passasse davanti per andare di nei campi, se era un uomo si levava il cappello, se era una donna o un bambino si faceva il segno sempre… e sottolinea sempre… sempre.”
Sappiamo che sarà difficile, per qualche tempo, vivere esperienze simili a quella di Angela, a causa della prudenza che l’attuale emergenza sanitaria rende necessaria. Ma ciascuno di noi saprà sicuramente adottare le giuste strategie per proseguire in questo viaggio alla scoperta delle storie della nostra comunità, di ieri e di oggi. In questo modo, lasceremo in eredità un tesoro prezioso al nostro domani.