Durante la settimana di novena dell’Addolorata, da alcuni anni, le messe serali che seguono la recita del rosario sono celebrate da sacerdoti che hanno trascorso nella nostra parrocchia un periodo di servizio (chi come seminarista, viceparroco o aiuto per le funzioni liturgiche nel fine settimana), presenze che testimoniano il legame creatosi e la condivisione di un cammino che prosegue forte nella preghiera.
Riportiamo uno stralcio di ogni omelia: un’occasione per tornare a riflettere, attraverso le parole dei “nostri don”, sulla figura di Maria che è esempio di fede e speranza nella quotidianità della vita.
Le omelie sono state trascritte in tempo reale, pertanto è stata mantenuta la forma originale discorsiva.
Grazie a Mariagrazia Gaido per le foto scattate durante la processione che intervallano le omelie.
Omelia di don ALBERTO NIGRA – Lunedì 8 settembre
Il nome di Maria arriva solo alla fine della genealogia di Gesù (…) ma non è una fine, bensì un inizio. La maternità di Maria è l’inizio della salvezza. Guardiamo a lei come inizio, ma facciamo un passo indietro, a quando lei nasce. La nascita è il venire alla luce. Se Gesù è il sole che sorge dall’alto, Maria è l’aurora, la prima luce che viene dopo la notte. Quella luce che sarà così grande in Gesù inizia a brillare in Maria. (…) Tutto è un nuovo inizio, di sicuro lo è l’annunciazione. Tante volte anche nella nostra vita c’è un inizio in cui facciamo fatica ad accorgerci, quell’inizio che è la presenza di Dio (…).
Anche sotto la croce Maria vive un nuovo inizio, anche se drammatico. Chiediamole di accompagnarci nel vedere qualcosa di nuovo nelle nostre giornate. (…) Lei che è Madre e prima di tutto figlia, “Figlia del tuo figlio” come la definisce Dante nell’ultimo canto del Paradiso e per questo impara ad essere Madre ed è sposa dello Spirito Santo.
Che nelle nostre relazioni possa sempre essere un inizio che viene da Dio.

Omelia di don GIULIANO NASO – Martedì 9 settembre
Oggi guardiamo a Maria Porta del Cielo. Pensando a questa immagine, è uno dei titoli che riservavano a Maria anche i Padri della Chiesa. Ma la Porta del Paradiso non è Cristo? In quest’anno giubilare si parla di Porta Santa (…).
Sto rileggendo Il trattato della vera devozione alla Santa Vergine di san Louis-Marie Grignion de Montfort che inizia così: “È per mezzo della Santa Vergine Maria che Gesù Cristo è venuto al mondo”… Maria è Porta del Cielo perché ci porta suo figlio. Maria è lì per intercedere per noi. Il Montfort ha ragione perché è madre del figlio, figlia del Padre e sposa dello Spirito Santo. Lui è immagine della sposa che siamo tutti noi. Maria ci aiuta in questo cammino verso il Paradiso come modello. Immaginiamo che Cristo ci attende come lo sposo attende la sposa: è bellissimo. A noi è chiesto di tenere le lampade accese e l’olio è principalmente la preghiera. Allora chiediamoci: come sta oggi la mia preghiera? Non le preghiere da recitare, ma in senso profondo, avere con Dio un dialogo profondo per chiedergli: “Tu cosa vuoi da me?”. I due nuovi Santi, Carlo Acutis e Piergiorgio Frassati, ce l’hanno mostrato bene anche nel rapporto quotidiano con l’Eucarestia.
Trattato della vera devozione a Maria: link a un estratto in pdf – link allo store online
Omelia di don MAURO DONATO – Mercoledì 10 settembre
Il Vangelo di Giovanni è il Vangelo dei segni e la lettura di oggi (le Nozze di Cana, ndr) ce lo ricorda. Dio si preoccupa della gioia, Gesù è lì a compiere il primo segno. È spiazzante il modo in cui Gesù si presenta. Maria si accorge che manca il vino, Maria è attenta e discreta. Gesù chiama Maria “donna”, in ebraico è la stessa parola che si usa per sposa. C’è intesa, alleanza tra Gesù e Maria. “Che ho a che fare con te o donna?” E’ una frase che ricorda l’alleanza e non richiede risposta. I servi obbediscono anche senza capire, con fiducia; sono i primi a rendersi conto del miracolo. Quel vino buono servito alla fine richiama la logica della Pasqua. Che questo Vangelo risvegli in noi il desiderio di stare e cercare il Signore.

Omelia di don ALBERTO PIOLA – Giovedì 11 settembre
Maria, madre di consolazione. Etimologicamente: con + solo, consolare significa “stare insieme a chi è solo”. La consolazione è un intervento attivo. Il servo di cui parla il profeta Isaia si dà da fare per “consolare tutti gli afflitti”. La consolazione trasforma e fa gioire, quando il credente si rende conto che Dio è con lui gioisce. Questo brano ci aiuta a ringraziare il Signore per tutte le volte che lui si è manifestato.
Lo Spirito Santo è colui che sta con noi. Il suo dono non ci lascia più orfani, cammina con noi e l’osservanza dei comandamenti fa sì che lo Spirito Santo sia con noi. Dio è una buona compagnia che dona pace nel profondo.
In Maria noi guardiamo la perfetta credente che è modello di fiducia nella presenza del Signore. Chiediamo il suo aiuto per tutti coloro che per motivi diversi si sentono soli e per le popolazioni afflitte dalla guerra.
Omelia di don FILIPPO ROMAGNOLI – Venerdì 12 settembre
La memoria di oggi ci dice che avviene la nostra salvezza attraverso le invocazioni del nome di Maria. Ci sono tante battaglie che ci troviamo a vivere. L’umiltà e la fede di Maria ci sono di aiuto. San Bernardo paragona Maria a una stella per i naviganti, i quali senza di essa non trovano la direzione. Noi senza Maria rischiamo la burrasca. Maria è la nostra stella. Lei si fida del Signore. Con Maria troviamo la direzione nelle nostre scelte. Sia lei il nostro baluardo nelle prove della vita.
Omelia di don BEPPE ZORZAN – Sabato 13 settembre
Non c’è dolore più grande di una madre che vede morire il proprio figlio. Ci troviamo davanti a una madre che ha visto morire suo figlio nel modo più atroce. Ma Maria non ha perso la speranza nella vita. A lei affidiamo le piccole e grandi croci che ognuno si porta dietro nella vita. Celebriamo oggi la festa della Esaltazione della croce di Gesù. Parlare di esaltazione della croce sembra una contraddizione. (…) Parlare di croce ci fa pensare alle tante violenze che vediamo attorno a noi. Ma la croce è anche obbedienza, servizio, umiltà. Esaltazione della croce vuol dire anche quindi amare come ci ama Dio: amare senza misura, fino al dono della propria vita. (…) Non dobbiamo aver paura di Gesù Cristo, non è venuto per condannarci ma per salvarci. Mettiamo nelle mani del Signore, per intercessione di Maria, la nostra vita scoprendo che possiamo renderla veramente bella e felice con lo spirito di servizio.
